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 Andrea Viterbi
Poco noto al grande pubblico, Viterbi è uno dei padri della telefonia cellulare e fondatore di Qualcomm, una delle aziende storiche di Internet

di Salvatore Romagnolo

Andrea Viterbi non compare nell’elenco dei personaggi che popolano lo sfavillante mondo dell’informatica o della New Economy. Eppure, questo italiano, emigrato insieme alla famiglia negli Stati Uniti nel 1939, all’età di quattro anni, per sottrarsi alle leggi razziali emanate dal regime fascista, è considerato, non a torto, uno dei padri della rivoluzione digitale. 

L’algoritmo che porta il suo nome è una sorta di scudo matematico contro le interferenze, che consente a milioni di telefoni mobili in tutto il mondo di funzionare. Purtroppo, non avendolo brevettato, il suo inventore non incassa un centesimo di diritti. A renderlo ricco, invece, è stata l’idea del CDMA, la tecnologia alla base dei telefonini di terza generazione, gli UMTS, dei quali si sta parlando molto in questi mesi  - che hanno infiammato le gare per l’assegnazione delle frequenze in tutta Europa - e che ci consentiranno di utilizzare Internet e una miriade di altre applicazioni multimediali.

Si tratta di un nuovo sistema di trasmissione detto «a divisione di codici», proprio quello che Bill Gates, confermando le critiche dei suoi peggiori detrattori, aveva definito a joke, uno scherzo, e che invece è alla base dei prossimi sviluppi della telefonia mobile.

Laureatosi al prestigioso Massachusetts Institute of Technology, quello che oggi ospita il Medialab di Nicholas Negroponte, ha lavorato per molti anni al programma spaziale Explorer dei laboratori di Pasadena prima di fondare la Qualcomm, una delle aziende leader nel settore delle comunicazioni wireless, senza fili, nota agli utenti della Rete per aver prodotto Eudora, il più noto e usato programma di posta elettronica fino all’arrivo di Outlook di Microsoft.

L’avventurosa vicenda di questo geniale inventore è stata recentemente raccontata da Riccardo Chiaberge in un appassionante libro intitolato “L’algoritmo di Viterbi”, edito da Longanesi, che ha il grande merito di far conoscere, anche al grande pubblico, uno dei più grandi scienziati italiani del ‘900.

12 maggio 2002

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